Si è aperto in Cattedrale l’anno pastorale con la consegna alla comunità diocesana della lettera dal titolo “Unus panis, unum corpus, multi sumus” (tratto dalla Prima lettera ai Corinzi), che scandisce il cammino di fede della comunità messinese partendo da due elementi fondamentali: l’Eucaristia, cuore della vita ecclesiale, e il legame con Maria. Uno scritto che partendo dalla crisi generata da uno sconvolgimento globale, analizza il contesto – geografico, sociale, culturale – passando in rassegna quanto fatto negli ultimi anni e ponendo alcune priorità. “Vorrei che le nostre celebrazioni fossero vissute nella fedeltà a ciò che la Chiesa ci consegna, aiutando i fedeli a immergersi nel mistero”: questo il desiderio principale del pastore che ha sottolineato l’urgenza di “uscire dalla tentazione di ridurre le celebrazioni a meri riti religiosi, a tappe di un percorso di pietà popolare finalizzato alla pastorale dei numeri, quella di un proselitismo che fa contare le presenze dei ‘cattolici praticanti’”.
Nonostante le fragilità, l’arcivescovo guarda con gioia e gratitudine alle esperienze virtuose emerse in questi anni, che ha avuto modo di conoscere attraverso la visita pastorale, l’esperienza di ascolto del cammino sinodale e il giubileo in corso: “L’impegno solidale di numerose associazioni di volontariato e di carità, insieme alla dedizione di molte comunità cristiane è stato un segno concreto di rinascita e fonte di sollievo per quanti sono stati e sono tuttora attraversati dal dolore, costituendo testimonianze vive di condivisione, di comunione e di speranza”, ha detto.
Nella lettera pastorale emerge chiaramente come il legame indissolubile fra Maria e Messina, raccontato dalla devozione e dai riti della tradizione (la Madonna della Lettera, la Vara), esprima al contempo il legame con l’Eucaristia. Da un’attenta analisi del territorio diocesano vasto e variegato, articolato in quattro aree (Ionica,
Tirrenica, Citta metropolitana e Isole) è emersa una forte mobilità, un rilevante spopolamento delle aree interne e un fenomeno di integrazione sociale e culturale a motivo dell’accoglienza nel Messinese di un numero crescente di immigrati stranieri; questo ha favorito la crescita del dialogo interreligioso ed ecumenico aprendo a nuovi percorsi di bene condiviso.
Tra le preoccupazioni dell’arcivescovo vi è la “scarsa partecipazione della popolazione alle consultazioni elettorali, segnale evidente di una ridotta coscienza civile e di una crisi della democrazia, che mette a repentaglio il bene comune”.
Urgente per il pastore “impegnarsi per ridestare nei fedeli la consapevolezza e l’impegno verso le responsabilità nelle realtà temporali, parte fondamentale della loro vocazione e missione”. Fra le priorità pastorali indicate dall’arcivescovo la cura dei giovani e delle famiglie e il buon uso dei social, “strumenti che non devono mai sostituire il confronto diretto e personale, ma essere mezzi di comunione”. Da non trascurare la cura e formazione del clero, il potenziamento della pastorale del turismo, la formazione dei laici.
Consulta il testo integrale della Lettera Pastorale “Unus panis, unum corpus, multi sumus”.
