Carissimi fratelli e sorelle dell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela,
al compimento del terzo anno di ministero episcopale a servizio della nostra amata Chiesa diocesana, desidero esprimere gli auguri del Santo Natale facendo riferimento ad alcuni aspetti dell’ultima Lettera Pastorale e in modo particolare alla bellezza della fedeltà alla chiamata, quale dono battesimale, da testimoniare nella liturgia, nella catechesi e nella carità.
Nell’agosto 2019 abbiamo avuto il dono di celebrare, nella nostra città di Messina, la Settimana Liturgica Nazionale, un momento di grazia che ha interrogato tutti sull’impegno della testimonianza che scaturisce da ogni azione liturgica. La stessa Lettera Pastorale, redatta con l’apporto del Consiglio Presbiterale, del Consiglio Pastorale e con il contributo dei fedeli radunati nelle quattro zone del territorio dell’Arcidiocesi, ha ribadito ancora il valore della testimonianza come risposta alla chiamata del Signore, testimonianza che si evidenzia ancor di più attraverso l’impegno nella pastorale missionaria, nella pastorale giovanile, nella pastorale vocazionale e nella catechesi.
La Lettera Pastorale si conclude con una bellissima preghiera rivolta a Maria, donna dell’ascolto, donna della decisione, donna dell’azione. Sì, Maria! Modello della Chiesa, modello della nostra Chiesa che la venera sotto il titolo di Madonna della Lettera, “veloce ascoltatrice”. Nella nostra mente e nel nostro cuore ritorna continuamente il valore della chiamata e dell’ascolto, che tradotto in testimonianza si manifesta nell’esperienza vitale e feconda dell’accoglienza.
In tal senso, la stessa natura e l’ambiente paesaggistico ci vengono incontro: dando uno sguardo dal Santuario di Dinnammare, dal Santuario della Madonna di Montalto, dal Sacrario di Cristo Re o dal sagrato della Parrocchia di Montepiselli, il paesaggio splendido è quello dello Stretto, ove spicca con particolare intensità la zona falcata, un ritaglio di terra che dice accoglienza e che si completa con lo sguardo di Maria sulla città.
Auguri, dunque, per un “ascolto” attento alla chiamata del Signore sul modello della Beata Vergine Maria, così come leggiamo nel vangelo di Luca: «Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”» (Lc 1, 26-28).
La verginità di Maria è un forte richiamo al nostro bisogno di verginità. Viviamo, infatti, in un mondo dove molto di quanto ci circonda non è più vergine, inquinato da relazioni che turbano la dignità dell’uomo: menzogne, calunnie, desiderio di dominio, strumentalizzazioni, divisioni, guerre, arricchimento illecito, arrivismo, disoccupazione, paure… Ma non tutto, per grazia di Dio, è così. La società e la Chiesa sono ricche di tante virtuosità, di numerosi segni di bontà, di esempi poco appariscenti, ma molto autentici, di tante esperienze di generosità, di solidarietà e di carità. È in questo che bisogna cercare e individuare il terreno fertile – “vergine”, appunto – dove possa trovare “ascolto” e attecchire, in maniera feconda, la chiamata del Signore.
Sì, l’ascolto trova accoglienza solo dove si è fatto spazio ed è possibile fare spazio solo a seguito di una conversione personale e comunitaria.
Il mio augurio natalizio è, pertanto, quello di aprire il cuore all’ascolto della chiamata del Signore, come Maria che alla voce dell’angelo rispose con generosità dicendo «Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
In molti Comuni e in molte Parrocchie della nostra Arcidiocesi si appronteranno i “presepi viventi”, realizzati non con statuine, ma composti da “figuranti”. Come sarebbe bello se i figuranti assumessero in prima persona, con la loro vita, l’identità dei personaggi che rappresentano. Non più figuranti, quindi, ma testimoni della presenza del Figlio di Dio che ha voluto assumere la nostra natura umana per ridonare a noi tutti la dignità di figli di Dio.
Il presepe è quell’“admirabile signum”, di cui parla Papa Francesco nella sua ultima Lettera Apostolica, che ancora ci appartiene. Si prepara, infatti, in molte case, esprimendo il calore della famiglia che, tutta insieme, si appresta a celebrare il Natale: è il segno che, in maniera semplice, rappresenta una vera forma di evangelizzazione. Papa Francesco si domanda: «Perché il presepe suscita commozione e ci commuove? Anzitutto perché manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, già misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di più vedendo che colui che è nato da Maria è la fonte e il sostengo di ogni vita. In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione, un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato» (FRANCESCO, Admirabile signum, 3).
Il cuore del presepe è la grotta di Betlemme con Maria, Giuseppe e il Bambino: la Famiglia di Nazareth! Nel percorso tratteggiato nella Lettera Pastorale vi è un richiamo esplicito alla famiglia come luogo privilegiato per il discernimento vocazionale – di ogni vocazione, non solo quella di particolare consacrazione – e per l’accompagnamento nella catechesi, nella sua accezione più ampia. Desidero, pertanto, rivolgere un particolare augurio natalizio alle famiglie, piccole chiese domestiche, affinché possano essere autenticamente il primo ambito nel quale è possibile scoprire la chiamata del Signore e trovare l’entusiasmo di seguirlo.
Carissimi fratelli e sorelle, a tutti voi i più cari auguri di un santo Natale, che desidero formulare con la preghiera a Maria, di Papa Francesco, poc’anzi richiamata:
Maria, “donna dell’ascolto”, rendi aperti i nostri orecchi;
fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù
tra le mille parole di questo mondo;
fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo,
ogni persona che incontriamo,
specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, “donna della decisione”, illumina la nostra mente e il nostro cuore,
perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù,
senza tentennamenti;
donaci il coraggio della decisione,
di non lasciarci trascinare perché altri
orientino la nostra vita.
Maria, “donna dell’azione”, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi
si muovano “in fretta” verso gli altri,
per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù,
per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.
(FRANCESCO, Preghiera a Maria, 31 maggio 2013)
Auguri di un santo Natale e buon anno 2020!
+ Giovanni Accolla
Arcivescovo