L’incontro dell’Arcivescovo Giovanni Accolla in occasione del Natale con i giornalisti e gli operatori della Comunicazione

Questa mattina nel Palazzo Arcivescovile l’arcivescovo Giovanni Accolla ha incontrato i giornalisti e gli operatori della comunicazione e ha dialogato con loro.

Un incontro intenso e ben partecipato all’insegna del comune amore per Messina, il suo esteso territorio e la sua gente, con un particolare sguardo ai più deboli e fragili della nostra società.

Nel rivolgere il messaggio alla comunità diocesana e alla Città, l’arcivescovo ha indicato alcuni sentieri da percorrere che fanno da sfondo alla bellezza del Natale in tutta la sua portata ecclesiale e sociale: inclusione, solidarietà, accoglienza, umiltà, speranza.

Ad ognuna di queste parole il presule ha voluto associare la concretezza dei gesti che ogni uomo, a maggior ragione se credente, è chiamato a compiere per l’altro, il prossimo che ci sta accanto.

Il Natale è occasione per imparare il modo di comunicare di Dio: pensare l’altro… pensandolo dall’eternità per la sua salvezza, cioè per la sua felicità, per la sua piena realizzazione. Essere pensati da Dio e l’essere pensati nelle nostre relazioni interpersonali è non dare spazio all’isolamento, alla solitudine, al pregiudizio che ostruisce l’apertura del cuore.

L’essere accoglienti è frutto della contemplazione della nascita di Gesù Cristo: fissando lo sguardo sulla mangiatoia su cui è stato adagiato il Figlio di Dio, ciascuno impara la virtù dell’umiltà che si intreccia con la semplicità e si apre alla condivisione.

Il Natale, riprendendo una immagine offerta dall’arcivescovo, è espressione di quella “mano calda” che sa accarezzare, infondere forza, incoraggiare, ridare speranza.

Proprio dentro la cornice del Giubileo ormai prossimo, il presule ha soffermato l’attenzione sulla virtù che come filo d’oro attraversa la riflessione dell’anno giubilare: pellegrini di speranza.

Cogliere la speranza con la sua intrinseca forza profetica: il mistero di Dio che si fa uomo, che cerca e realizza l’incontro con l’uomo… con ogni uomo, ponendo ciascuno alla ricerca di percorsi di prossimità, affinché nessuno sia escluso dall’annuncio di speranza che scaturisce dal Vangelo.

Nell’analizzare l’attuale realtà sociale mondiale, l’arcivescovo ha richiamato l’ardente desiderio di pace di fronte ai venti di guerra, perché “là dove c’è morte e distruzione il cuore si incupisce, ma noi siamo uomini di speranza”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha esortato a vivere la speranza come una scommessa che sa accogliere le sfide della vita ed affrontarle e, richiamando il rapporto con la fede e l’impegno delle comunità parrocchiali, ha evidenziato innanzitutto il proficuo percorso della Visita Pastorale che, raccogliendo il desiderio di camminare insieme, sta offrendo la possibilità di percorsi condivisi di dialogo, confronto e verifica della vita pastorale tra comunità. Di fronte alle logiche comuni fondate sui numeri, ha chiaramente affermato di “non confondere i frutti con il successo”. Quindi, ha richiamato la gioia e l’emozione durante gli incontri con gli studenti degli istituti di ogni ordine e grado. Ha, quindi, concluso rivolgendo a tutti, uomini di buona volontà e credenti, l’invito ad aprire il cuore ad accogliere il Signore, vivendo questo Natale “condividendo con i fratelli la fatica e le gioie quotidiane per essere pellegrini e testimoni di speranza”.

Gratitudine, infine, agli operatori della comunicazione, definita dal presule “antifona di comunione”, eco di una informazione che può portare speranza e prossimità attraverso la professionalità del servizio generosamente reso.

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