Sua Eccellenza Mons. Cesare di Pietro, Vescovo Ausiliare della nostra Arcidiocesi, ha presieduto questa sera, venerdì 2 aprile, l’azione liturgica della Passione del Signore, che si è tenuta alle ore 18.00 nella Basilica Cattedrale.
Nel Venerdì Santo la Comunità si riunisce per rivivere la passione e morte di Gesù, pregando insieme per le necessità di tutta l’umanità sofferente attraverso quella che è chiamata preghiera universale e per adorare la croce.
Il Vescovo, nella sua omelia, ha portato alla meditazione dei presenti il fatto che la lettura del Vangelo di Giovanni, con la condanna di Cristo, ci mostra come il processo a Gesù diventa un processo di Gesù, nel senso che Egli inchioda ciascuno alle proprie responsabilità: “Dio non è un giudice cattivo che colpevolizza, ma ci sprona a scavare in noi stessi per tirare fuori tutto il meglio che portiamo dentro”.
Per questo il Figlio di Dio ha voluto vivere la sofferenza in prima persona; la passione di Gesù è la passione dell’uomo e viceversa: “Gesù è in agonia dovunque c’è un essere umano che lotta. Egli ci ha preceduto in tutto e non c’è niente che non abbia sofferto”.
Certamente, il mondo sta attraversando un periodo difficile per la pandemia, ma siamo chiamati a viverla come le donne del Vangelo hanno vissuto la croce. Le donne stanno nel dolore, rimangono fedeli e si sentono parte della passione, ma “non hanno mai abbandonato la speranza, mai si sono arrese e scoraggiate”.
Allora, ha concluso l’Ausiliare, “il cuore della passione è l’amore; il dolore si è reso necessario solo per testimoniare l’amore. Anche per noi ogni gesto di carità non sarà sprecato, ma fecondo anche quando sarà tradito: tutto questo è garantito dall’amore della croce”.