Sabato 21 gli operatori pastorali delle cinque parrocchie insieme ai loro parroci si sono recati al Teatro Vittorio Emanuele per un importante incontro di duplice valenza. La visita pastorale, infatti, non è solo preziosa occasione di incontro con le realtà ecclesiali, ma anche significativa opportunità di dialogo con il territorio e le Istituzioni in esso presente.
Così, l’assemblea pastorale vissuta al Vittorio Emanuele, è stato motivo della visita istituzionale dell’arcivescovo con la realtà dell’Ente Teatro di Messina e di ascolto, verifica, dialogo che hanno aperto alla possibilità di tracciare alcuni orientamenti per il futuro con le parrocchie dell’unità pastorale visitata. Inoltre, la scelta di un luogo laico per un incontro pastorale ha voluto esprimere la vocazione della Chiesa che, con il proprio laicato, desidera tenere sempre la porta aperta sul mondo, quella porta attraverso cui non solo “entrare” ma anche “uscire” per percorrere i sentieri della ferialità.
Atteso e accolto dal commissario straordinario del Teatro Orazio Miloro e dal soprintendente Gianfranco Scoglio, l’arcivescovo Giovanni Accolla – accompagnato dal vescovo ausiliare, dai parroci e dai ministri ordinati presenti nell’unità pastorale – ha dato inizio al programmato momento di riflessione e condivisione. Nelle sue parole di saluto, il commissario Miloro ha messo in evidenza la gioia nel ricevere la visita dell’arcivescovo e l’identità del Teatro di Messina, luogo in cui si produce e si alimenta la bellezza che è anche richiamo a Dio, riferendosi anche alla forza della musica che si rivela lingua universale che unisce i popoli. Nel prendere la parola l’arcivescovo, ha voluto cogliere la metafora dell’armonia di un’orchestra, che da suoni diversi e coordinati comunica comunione e quindi bellezza. Questo messaggio, insieme ad altre sollecitazioni, ha voluto rivolgere anche ai sacerdoti, religiosi e operatori, prima di avviare il lavoro nei quattro tavoli sinodali.
La mattinata è proseguita con il confronto sulle quattro macro aree indicate, il dialogo schietto e propositivo tra l’arcivescovo e il clero dell’unità pastorale e il momento assembleare conclusivo, frutto dell’apporto del lavoro svolto.