Ricominciare con Gesù Risorto…dalla Galilea

Veglia Pasquale, 30 marzo 2024

La madre di tutte le veglie: esperienza di ascolto, memoria, rinascita ed impegno.
In questa cornice, l’arcivescovo Giovanni Accolla ha presieduto la Veglia nella Notte Santa di Pasqua, durante la quale ha amministrato i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
Cogliendo i segni della liturgia, il presule ha percorso il filo d’oro che vede la contrapposizione tra tenebre e luce e in esso ha articolato la sua omelia all’insegna della luce di Gesù Risorto, «luce
che illumina le tenebre del mondo e rigenera a vita nuova».
Guardando all’attuale contesto sociale, l’arcivescovo ha invocato il Signore affinché «ci doni la speranza davanti alla consapevolezza dello smarrimento e del dolore che sta attraversando il
mondo contemporaneo. Troppe le nazioni in guerra, tantissima la conflittualità che tocca le relazioni tra le persone, tanto lunghi i tempi per metterci a servizio gli uni degli altri nella carità».
Quindi, ha indicato come parola chiave della Pasqua il verbo “ricominciare”. Citando il Papa, ha ricordato che «Gesù Risorto è il Signore delle “altre opportunità” sempre ce ne dà un’altra,
sempre». Di fronte ad una lettura della società odierna, l’arcivescovo Giovanni ha sollecitato a guardare alla bellezza ed armonia del creato, alla preziosità della vita – sin dal grembo materno –
di ogni fratello e alla crisi demografica. E, con tono incalzante, ha individuato alcune delle cause di tutto questo: «la distruzione dell’armonia all’interno delle famiglie, gli aborti come opportunità per la regolamentazione delle nascita, la paura degli stranieri che per necessità compiono il loro esodo, i troppi morti in guerra e in mare alla ricerca di approdi sicuri».
Come, dunque, ricominciare? Lo possiamo se riusciamo a fidarci di Dio che è fedele alle sue promesse, «se ci lasciamo guidare da Dio, anche quando non riusciamo a vederlo perché ci precede nascosto “nella colonna di fuoco e nella nube”, il Dio a volte nascosto nelle nostre fragilità che non ci abbandona mai, ma ci rimette in gioco».
Piena di speranza e di tenerezza la conclusione a cui il presule giunge: «Ricominciare dalla Galilea, dalle nostre tante Galilee, dove Gesù ci ha cercati e chiamati: è lì il luogo del primo incontro e il luogo del primo amore».

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