Rubrica “Ecumenismo Quotidiano”

Rubrica mensile “Ecumenismo Quotidiano“, a cura dell’Ufficio per il Dialogo Ecumenico e Interreligioso.
Spunti di riflessione e azione.
Undicesima uscita – Marzo 2022

 

Calamitati dalla Luce.

  • SFIDE E OPPORTUNITÀ DEL NOSTRO TEMPO

Per la giustizia si può vivere e morire. Lo hanno sperimentato i profeti del Primo Testamento, in particolare Amos, voce dell’Altissimo che pone la giustizia economica e sociale come clausola dell’alleanza con il suo popolo. Lo ha sperimentato il Crocifisso Risorto, annunziando il tempo nuovo, consegnato con fiducia al Padre e alla volontà degli uomini disposti a vivere nella prospettiva della fraternità universale. Lo sperimenta oggi ogni persona retta, calamitata dal bisogno di giustizia e messa alla prova dall’attuale situazione di emergenza sanitaria, dai disastri provocati delle guerre in atto, dalle strutture di potere ingiuste e subite nel dolore dai più indifesi.

 

  • CONOSCERE un fatto di cronaca.

Nel la data del 24 marzo 2022 coincidono tre anniversari: la 12a Giornata internazionale per il Diritto alla verità sulle violazioni dei diritti umani, promossa dall’Onu, il 42°anniversario dell’assassinio di Oscar Arnulfo Romero arcivescovo di San Salvador, la 31a Giornata di Preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri. La data torna dunque per ricordare a tutti le vittime di esecuzioni, rapimenti torture, le violazioni dei diritti umani dei più poveri e quindi più vulnerabili: i crimini che rischiano la dimenticanza e l’insabbiamento della documentazione. Un primo passo, nella direzione del sostegno e della difesa della giustizia e del riconoscimento dei suoi testimoni, è stato fatto nel 1991, con la formazione della Commissione sulla Verità per il Salvador, incaricata di indagare e documentare i fatti che hanno portato all’assassinio del vescovo Romero, compiuto dalle forze filogovernative chiamate “squadroni della morte”.  Nell’omelia, pochi minuti prima di essere ucciso proprio durante la celebrazione dell’Eucarestia, il Vescovo aveva detto: «Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci sostengano per dare anche noi il nostro corpo e il nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo, non per sé, ma per offrire semi di giustizia e di pace al nostro popolo».

Le sue parole/testamento conservano e restituiscono pieno significato al martirio dei giusti, dei profeti, dei missionari del Vangelo, dei portavoce della Promessa ricevuta e accolta nella fede: vita, pace, giustizia e speranza per l’umanità.

 

  • RI-CONOSCERE guidati dallo Spirito,

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (Mt.5,6a) beati i perseguitati a causa della giustizia” (Mt 10,10) Non accumulate ricchezze in questo mondo. Qui i tarli e la ruggine distruggono ogni cosa e i ladri vengono e portano via. Accumulate piuttosto le vostre ricchezze in cielo. Là, i tarli e la ruggine non le distruggono e i ladri non vanno a rubare. Perché, dove sono le tue ricchezze, là c’è anche il tuo cuore. (Mt. 6, 19-21)

 

  • AGIRE in amicizia, a servizio della nostra comune umanità.

Cristo ha vinto la morte, la lontananza, l’assenza di amore, le divisioni, scegliendo una volta per tutte le vie dell’incarnazione: per il cristiano ogni gesto umano di giustizia e di vicinanza è annuncio della sua presenza e può generare cambiamenti significativi. Il movimento ecumenico è nato a Edimburgo nel 1910, come risposta all’esperienza e all’appello dei missionari: l’invito alla fraternità universale, da parte di una chiesa divisa, risulta non credibile. Accogliamo l’invito, divulgato dai movimenti ispirati a don Romero e dalle Comunità di base, di accendere una candela il 24 marzo, alle ore 18:15, momento del suo martirio.

 

  • PER ANDARE OLTRE. Sussidio “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, p. 90-91. Seguire la stella.

Violenza e sangue verso i più deboli – per mano di Erode – accompagnano la prima rivelazione di Colui che è il Signore… non è che una delle tante volte in cui l’arrivo dei lontani muove le reazioni peggiori dei vicini (…) Questo fatto interpella i cristiani in cerca dell’unità visibile delle chiese verso l’unica Chiesa di Cristo. Tante volte l’unità raggiunta o prefigurata o intuita fa emergere o accentua la divisione; e nei cristiani che si scoprono di giorno in giorno sempre più legati tra loro, per essere credibili nella testimonianza verso il Signore e di fronte al mondo, scoppiano talvolta ancor più virulente di prima le divisioni. Quante comunità divise per motivi antievangelici: con pretesti di scelte pastorali, per piccoli o piccolissimi posti di potere, per tradizioni che si sclerotizzano col pretesto della fedeltà, per diffidenze inveterate o preconcette. Sono tante e tante le divisioni all’interno delle comunità che le denominazioni tradizionali delle cristianità non bastano a elencarle. Più ancora che le comunità, è il cuore del cristiano che si scopre diviso tra il peccato e la giustizia ricevuta, e sempre ha bisogno di ascoltare quella parola che lo dichiara figlio di Dio.

condividi su