Ulteriore passo in avanti nella Causa su Mons. Fasola

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Lo scorso 2 aprile, l’arcivescovo mons. Giovanni Accolla ha firmato la “Dichiarazione sul non culto”.

In osservanza dei decreti di Urbano VIII, prima della chiusura dell’inchiesta, il vescovo o il suo delegato deve assicurarsi che il servo di Dio non sia già oggetto di culto indebito, come richiesto dalle Normæ Servande e ribadito dall’Istruzione Sanctorum Mater del Dicastero delle Cause dei Santi. Così, in seguito all’ispezione compiuta dal tribunale ecclesiastico per la Causa di beatificazione e canonizzazione di mons. Fasola e alla relativa relazione redatta dal notaio, l’arcivescovo ha attestato con la sua autorità che non è stato trovato alcun segno di culto indebito riservato al Servo di Dio Francesco Fasola.

L’Inchiesta diocesana sulla vita, sulle virtù eroiche e sulla fama di santità e di segni del Servo di Dio Francesco Fasola, che fu arcivescovo di Messina dal 1963 al 1977, procede con un ulteriore importante passo che adesso apre un tempo ben definito affinché il promotore di giustizia prima e il postulatore dopo possano prendere visione degli atti processuali, dopo di che inizierà il lavoro relativo alla pubblicazione degli atti.

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